venerdì 24 dicembre 2010

TONNO CONTRAFFATTO

AMICI, come ben approverete, è importante sapere cosa mangiamo, pensiamo al tonno: pensiamo che nelle scatolette di tonno ci sia tonno, ma al giorno d'oggi c'è tutto meno che tonno.
numerose marche di tonno molto note, in realtà truffano i loro compratori.
il fatto è che spesso nelle reti dei pescatori, non finisce solo il tonno pinna gialla (che sarebbe il tonno ideale per le scatolette, il classico) ma diversi tipi di tonno tra i più svariati, e anche tartarughe, squali e anche delfini, senza contare le numerose specie ittiche minacciate dalla pesca illegale.
quando la rete viene tirata fuori, non c'è nè il tempo nè la voglia di ributtare in mare gli animali che non si volevano pescare, in questo modo ciò che compriamo è un miscuglio di moltissimi animali, forse manca solo il tonno! inoltre, i metodi di pesca sono illegali: viene spesso usata la pesca a strascico che consiste nel buttare la rete in mare aperto, spesso in zone protette, mentre la nave continua a camminare, così oltre che pescare il possibile, si danneggia anche la fauna e la flora, costutuita da coralli, alghe e animali pelagici che vedono distrutto il loro habitat naturale.
di seguito, vi presentiamo le marche di tonno secondo la classificazione di affidabilità stipulata dai ricercatori di greenpeace.

TONNO AFFIDABILE:
in italia non esistono marche di tonno affidabile che contengono vero tonno al 100%
TONNO DISCRETO:
tre marche contengono tonno che di rado viene spacciato per tale:
*AsdoMar
*Coop
*MareBlu
sono le tre marche affidabili, neanche troppo...

ora vediamo le marche DA EVITARE:
*Callipo
*Esselunga Tonno
*San Cusumano
*RioMare (ma guarda..)
*Carrefour
*Tonno Auchan (e chi se lo aspettava!)
*Consorcio
*Maruzzella
*AlNaturale Conad (naturalisismo)
*Nostromo (non me lo sarei aspettato, ma è tra i più truffaldini)
*MareAperto

sono molti i tonni da evitare, se volete verificare andate sul sito www.greenpeace.it.
ecco il link diretto:
http://www.greenpeace.it/tonnointrappola/

sabato 27 novembre 2010

storia di un pesciolino dorato: IL PESCE ROSSO

salve a tutti
ci scusiamo per l'assenza dovuta ai troppi impegni
questo articolo è stato creato da me (roberto ritrovato) al fine di far luce sul mondo dei pesci rossi, animali spesso trascurati.
chi l'ha detto che in natura solo farfalle e fiori sono pieni di colori?
ecco un gioiello delle acque dolci: il pesce rosso












chi di noi non ha mai allevato il famigerato pesce rosso?
da piccoli lo compravamo alle fiere, lo allevavamo nelle classiche ampolle di vetro, ne eravamo molto affezionati.
ma chi ritiene di conoscere veramente le abitudini dei pesci rossi?
i pesci rossi (il cui nome latino è carassius auratus) sono creature del signore, sono anche loro come noi esseri viventi, non semplici giochetti per i bimbetti capricciosi, per esempio: chi sapeva che esistono pesci rossi a due code?
e chi sapeva che un pesce rosso arriva a superare i 20 cm di lunghezza se allevato adeguatamente?
e chi ancora sa già che la boccia di vetro non è adatta a detenere qualsiasi tipo di animale?
cominciamo con le basi fondamentali di questo post.



BOCCIA DI VETRO: NO GRAZIE; PERCHE'?
molti tendono ad allevare pesci dentro le classiche ampolle circolari dalla capienza massima di un paio di litri, ma questa è un'abitudine sbagliata: vediamo perchè
i genitori comprano un pesce rosso al loro figlio capriccioso che vuole un animale domestico, è da lì che inizia la carneficina: uno dopo l'altro, tutti i pesci rossi che vengono comprati muoiono per le condizioni di vita a dir poco pietose, i pesci vengono spesso detenuti in queste prigioni sferiche: è come se un bambino fosse costretto a vivere in una stanza di 2 metri cubici essendo costretto a respirare un aria malsana ed imputridita dalle sue feci, e ci credo che non arriverà a 18 anni!
-la boccia di vetro:
*è troppo piccola, un pesce rosso per vivere bene necessita di molto spazio, l'ampolla di vetro non è neanche 1/10 di tutto lo spazio necessario al pesce.
*la sua forma sferica costringe il pesce a nuotare intondo, ed a lungo andare la colonna vertebrale si curva facendo soffrire il pesce di rachitismo.
*lo scarzo contatto acqua-aria fa sì che per cercare ossigeno, i pesci debbano boccheggiare in superficie per via del poco ossigeno disciolto nell'aria.
-l'acqua usata è quella della fontana, ciò comporta:
*schock termici che possono far ammalare i pesci
*uno sbalzo dei valori chimici dell'acqua, che comporta gravi problemi all'oranismo e alla cute molto sensibile del pesce stesso
*è ricca di cloro, che a lungo andare scolorisce e uccide il pesce

















MA ALLORA, COME SI ALLEVA UN PESCE ROSSO???
premetto che molta gente non sarà d'acordo con quello che scriv
erò in queste righe, ma se non volete dedicare una vita migliore ai vostri animali, non comprate animali domestici solo per farli soffrire.
cominciamo con una situazione alle strette: vostro figlio fa i capricci, vuole un animaletto tutto per sè ma non c'è nè il tempo ne lo spazio per prendersi cura di un cane o di un gatto.
mantenere un acquario è semplicissimo e richede anche poco
tempo, non vi ruberà più di mezz'oretta a settimana.
allora, per farlo contento gli comprate un pesce rosso: avete
una vasta scelta sui vari tipi di pesci rossi da comprare (vedi le varietà con il tempo), si deve scegliere il pesce rosso più sano: deve avere un corpo lineare, coda e pinne devono essere lisce, non stropicciate o strappate, il colore dev'essere splendente ed il pesce rosso non deve presentare menomazioni gravi. assicuratevi che abbia un gruppetto di pesci in cui nuota e che non nuoti lento e da solo.
se avete occasione di capitare mentre il negoziante li nutre, assicuratevi sempre che sia fra i primi a raggiungere il cibo.

scelto il pesce rosso, ora preoccupiamoci della sistemazione:
abbiamo già detto no alla boccia di vetro, ma i pesci rossi non crescono in un battito di ciglia e per cui qualsiasi contenitore (non eccessivamente piccolo però) può andare bene per ospitare momentaneamente il pesce.
RICORDATEVI che i pesci rossi sono animali di gruppo, quindi se possibile prendetene due o tre.
l'acqua deve essere fatta riposare in contenitori aperti per almen
o 12 ore prima di essere usata, oppure deve essere trattata con una sostanza che la rende salutare ai pesci che si chiama biocondizionatore, lo comprate a pochi spiccioli asiseme ai pesci e al cibo CHE DEVE ESSERE CIBO APPOSITO VITAMINIZZATO, possibilmente adatto solo per pesci rossi ornamentali.
ora cominciamo:

la regola generale per i pesci rossi è:
40 litri a pesce, più 20 litri per ogni nuovo pesce.
in teoria prenderemo quindi un acquario di un'ottantina di litri.
scegliete con cura il posto, dove il sole non colpisce mai e pos
sibilmente vicino ad una presa elettrica per attaccare il filtro.
quello che andiamo a fare dopo che abbiamo com
prato la vasca è decorarla, quindi mettiamo ghiaia o sabbia, dello spessore di almeno 5 cm come fondo o letto per le piante e le decorazioni.
mettiamo e piante acquatiche che dovranno essere anche numerose, i pesci rossi come ribadito prima, pre
diligono acque molto ossigenate e con molte piantine.
esistono anche qui tanti tipi di piante da acquario, le più indicate per i pesci rossi sono le anubias perchè sono coriacee ed i pesci non potranno mangiarle. quindi mettiamo l'acqua versandola delicatamente con un secchio o un contenitore mai usato prima per detersivi e riempiamo l'acquario fino a 10 cm dal bordo.

l'acquario deve essere munito di coperchio, perchè i pesci rossi saltano se ne hanno l'occasione.
ora che facciamo? sborziamo un po di quattrini (circa 25 €) a comprare un filtro, che sarebbe un macchinario che depura l'acqua.

accendiamo il filtro, dopo averlo montato ovviamente.
il filtro più indicato è quello esterno o a zainetto che
si appende fuori dalla vasca, per evitare che occupi torpo spazio togliendo così molti litri ai pesci. ora non dobbiamo inserire subito i pesci, ma dobbiamo aspettare un mese (almeno 3-4 settimane per essere precisi) prma di mettere i pesci perchè le sostanze contenute nel filtro devono essere trasformate dai batteri del filtro stesso in nitriti (velenosi) e succesivamente in nitrati (non velenosi). il filtro non va mai spento, per aiutare la maturazione dell'acquario dobbiamo mettere all'inizio alcuni tappi di un liquido chiamato attivatore batterico che va messo solo nella maturazione dell'acquario per formare i batteri buoni che purificheranno l'acqua.
passato il mese, possiamo finalmente inserire i pesci (ormai già cresciuti un pò) facendo attenzione a rendere il trasloco da una vaschetta ad un acquar
io il più delicato possibile.
ora, non ci resta che:
ogni due settimane, pulire la lanetta filtrante del filtro con la stessa acq
ua dell'acquario (ovvio, in una vaschetta a parte)
e sempre ogni due settimane cambiare solo il
20% dell'acqua dell'acquario con nuova acqua trattata con biocondizionatore.
tutto quì, i pesci rossi possono resistere 4 giorni se
nza cibo, ma facciamo in modo che non succeda più di una volta al mese.
semplice, no?

VARIETA' DI PESCI ROSSI CON IL TEMPO

in negozio, ci si può veramente sbizzarrire:
c'è ogni tipo di pesce rosso, perchè l'uomo, continuando ad allevare in cattività i carassi (pesci rossi selvatici) ha creato innumerevoli forme diverse per forma e per colore.
le varietà prsenti oggi sono più di 300 ma ecco le più famose, facilmente reperibili in commercio.
PESCE ROSSO COMUNE

è quello classico, che siamo abituati a vedere nelle fiere di paese.
spesso ci capita di vedere esemplari di colore rosso-arancio, ma esistono anche pesci rossi dalla colorazione gialla, sarasa (bianca e rossa), calico (o shubunkin, un m
ix di varie spennellature di colori, dal nero all'arancio al blu al rosso al bianco) addirittura fino alla colorazione shiroi funa (bianca cenerina) molto duffusa in giappone.
cresce anche fino a 35 cm










PESCE ROSSO COMETA
simile al pesce rosso comune, ma il corpo è più snello e la coda è più lunga e appuntita.
anche qui ci sono varie colorazioni, le più diffuse sono sarasa e bianco argentato.













ORIFIAMMA
è un pesce rosso particolare ma molto diffuso, ha una coda lunga e doppia ed il corpo è a forma di uovo. in america è conosciuto come fantail.
la colorazione più diffusa è aracione dorato, ma ci sono anche esemplari con varie colorazioni.
molto diffusa è la colorazione dorata-aracio lucente con le estremità delle pinne bianche o i bordi neri.















RYUKIN
è un pesce simile all'orifiamma, ma ha una gobba sul dorso più accentuata.
è presente una sottovarietà con le pinne grosse e fasciolate, chiamata ribbon tailed o ribbontail.















ORANDA
varietà con coda doppia, lunga e trasparente, corpo tozzo a forma di pugno ed escrescenza carnosa e morbida sulla testa chiamata wen. è molto apprezzato in giappone, dove non è raro trovare fontanelle con oranda che ci sguazzano felici.
la colorazione più comune è redcap, cioè corpo bianco perlato e wen rosso, come nella foto.















MOOR O DEMEKIN
ha un corpo ovoidale, coda doppia e ben formata, la caratteristica principale sono gli occhi sporgenti a forma di sferette che visti da sopra formano una T.
la colorazione più diffusa in assoluto si chiama black moor o kuro demekin (per i giapponesi), ed è totalmente nera o con riflessi dorati sull'addome.


















CELESTIAL O PIAGNONE
sottovarietà di orifiamma con occhi rivolti verso l'alto.












VEIL TAIL
anch'essa sottovarietà dell'orifiamma, che presenta una coda molto più lunga e fasciolata, talvolta trasparente e a gonnellina.














vi sono molte altre varietà, ma meno diffuse e conosciute.


LA SCOPERTA DELLA CARPA DORATA
la storia del pesce rosso, iniziò più di 1100 anni fa, quando alcuni monaci trovarono un gruppetto di carpe cruciane (carassius carassius o carassi selvatici, la variante selvatica del pesce rosso normalmente di colore grigio olivastro) dall'insolito aspetto dorato.
furono subito dichiarati animali sacri e per mezzo secolo, la carpa dorata prosperò nei fiumi orientali.
Finchè un giorno, l'imperatore della dinastia song, non decise di allevarne alcuni esemplari per il suo giardino acquatico e ne catturò numerosi pesci. la moda del pesce dorato cominciò. ben presto, si crearono allevamenti intensivi allo scopo di riprodurre questi pesci, che col tempo acquistarono colori sempre più sgargianti e vari, e forme incantevoli (le varietà descritte sopra).
ben presto fece il giro del mondo, arrivò in europa grazie alle compagnie delle indie che regalarono alcuni pesci rossi a madàme de pompadour, e l'allevamento di pesci rossi prese piede in tutto il mondo allora conosciuto.
è così arrivato fino ai giorni nostri, ottenuto da migliaia di incroci selettivi mirati sempre più alla bellezza fisica dei pesci. i pesci in vendita oggi tranne forse per il pesce rosso comune, sono molto diversi dai pesci selvatici originali che ancora oggi sguazzano in fiumi e laghi di tutto il vecchio mondo.


prodotto da roberto ritrovato
a cura di roberto ritrovato
publicato da roberto ritrovato

giovedì 9 settembre 2010

carne sfiziosa

Salve,siamo ritornati con la ricetta per un secondo da leccarsi i baffi e le labbra..

INGREDIENTI

Comprate dal macellaio o al supermercato carne bianca.













poi comprate del vino bianco
























zucchine
















e peperoni rossi e gialli















PREPARAZIONE


Fate cucinare la carne bianca accompagniato da un buon mezzo bicchiere di vino bianco; poi aggiungetegli le zucchine spezzettate in forme circolari come nell'immagine, poi completate il piatto aggiungendogli i peperoni fatti in padella senza olio.. =)
buon secondo..

delizie al cocco

Siete pronti per leggere una ricetta prelibata?che vi catturerà nel vortice del buon gusto!? Sarete così tentati dalla praticità nel prepararla che ne uscirete pazzi e soddisfatti =)

INGREDIENTI

comprate del pan di spagna















Poi acquistate 4 barrette di cioccolato a vostro piacimento















Comprate la farina di cocco

















e se volete dare forma a questi dolcetti, acquistate le formine


















PREPARAZIONE..

Con le formine ritagliate il pan di spagna, in tal caso non le abbiate acquistate, adoperate un semplice coltello da cucina e ritagliatelo in forme circolari..

Poi fate sciogliere le tavolette sul fuoco con 2 cucchiaini di latte parzialmente scremato..
Poi immergete il pan di spagna tagliato nel cioccolato, fateli raffreddare e poi infarinateli con la farina di cocco..
e poi...
Buona scorpacciata =)

deliziosa torta da fare in poco tempo

Rieccocci quì con la ricetta deliziosa della torta tripla gusto, senza liquori e nè conservanti..

INGREDIENTI

comprate del preparato per torte di qualsiasi marca, deve essere di tre strati..














comprate 3 tavolette di cioccolato al latte e 3 al cioccolato bianco da 35 €cent. e se non le trovate, prendete quelle dal prezzo più basso ..














Se volete dare un tocco in più, comprate la panna spray











PREPARAZIONE

Tagliate il preparato in tre strati, poi in pentolini diversi fate sciogliere i due tipi di cioccolati..non aggiungetegli nè acqu
a e nè latte!!











Il primo strato inferiore va ricoperto di cioccolato al latte.. Quello successivo di cioccolato bianco.. E l'ultimo strato nonchè quello superiore, va ricoperto miscelando insieme i due tipi di cioccolato.. Poi aggiungere con la panna spray ai bordi dei disegni a proprio piacimento...
E poi.. beh poi, bon appètit!!!

le patatine all'americana

Seconda ricetta ideata per gli amanti delle patatine..

INGREDIENTI

comprate delle patate da pelare..














sbucciatele a mano per far venire l'effetto desiderato, tagliatele finemente

<--- la forma deve essere in questo modo..











dopo averle fritte aggiungetegli zucchero e sale.. 3 cucchiaini di ogniuno














Per completare il piatto prendete una pentolina con dentro la salsa di pomodoro e aggiungetegli 2 cucchiaini di zucchero..

... un pò di gastronomia!

io ed erika, non abbiamo solo la passione per la natura, di recente abbiamo scoperto la passione per la cucina ed abbiamo inventato nuove ricette sfiziose che rilassano il palato!
ciao a tutti fan, sono erika; per la prima volta sarò io a guidarvi nel favoloso mondo della gastronomia calabrese..
La prima ricetta che vi presenteremo è stata ribattezzata da noi con il nome di "golosì". ottimo piatto da trasporto per pic-nik che intrattiene il calore e il gusto..

INGREDIENTI

<------wurstel di pollo marca "wudy aia"













cipolla; preferibilmente di tropea




















foglie di basilico















e per ultimo ma non meno importante, la piastra per toast..
















in tal caso non aveste la piastra per toast, usate la padella anti aderente.. senza utilizzare olio


















PREPARAZIONE

pulite con acqua fresca il wurstell per rimuovere la patina trasparente che vi si è formata all'estremità.. Con un qualsiasi coltello da cucina dividete ogni wurstel in quattro parti uniformi "uguali".
Lavate la cipolla e dopo rimuovete lo strato esterno della cipolla.. Tagliatela finemente.. Poi lavate poche foglie di basilico, inserite gli ingredienti nella piastra per farli cucinare in sieme in modo tale che si uniscano i sapori.. dopo averli lasciati per 5 minuti inseriteli in un contenitore per cibi caldi.. e poi, buon appetito!

mercoledì 8 settembre 2010

oggi parleremo
dei calabroni!
calabroni: come riconoscerli, nozioni e notizie su questa specie.
i calabroni (vespa crabro) sono dei vespidi (immenotteri) che appartengono alla stessa famiglia delle comuni vespe polistes. spesso, con il nome di calabrone, si intende un grosso insetto che nidifica in luoghi inconsueti e che è in grado di pungere, ma bisogna fare una netta distinzione.
il calabrone vero e proprio è questo:
















corpo lungo da 2 a 5 cm (nelle regine), zampe, torace e testa rosse-brunastre e tendenza a formare grossi nidi cartacei.
con calabrone vengono però confuse altre due specie di immenotteri:
xilocopa violacea:
immenottero apidae solitario con corpo nero ed ali sfumate sul violaceo.
nidifica nel legno in fori solitari scavati da essa stessa in cui alleva la prole.

bombus terrestris:
o bombo di terra, immenottero apidae sociale che costruisce colonie poco numerose ed annuali, la livrea nera con due strisce gialle, una per il torace ed una per l'addome. corpo dotato di peli e bombato e nidifica nelle vecchie tane di topi.


passando ai calabroni comuni, dobbiamo sapere che anche essi come tutti gli immenotteri sociali, vengono divisi in tre principali caste:
REGINA
in primavera, il calabrone regina si sveglia dal letargo e comincia a costruire le prime cellette in un luogo riparato come camini, ringhiere, cataste di legno o fronde degli alberi (talvolta anche nelle cassette per uccelli) e quando almeno una decina di cellette sono pronte, inizia a deporvi un uovo per ogni cella alimentandone le larve personalmente. quando nascono le prime operaie, la regina non dovrà più occuparsi delle sue larve e deporrà solamente uova. le operaie sono più piccole della regina. nella foto, una regina ed una operaia che accudiscono le larve. (la regina è quella più grande in primo piano)
da notare le uova e le larve nelle cellette e il tetto di copertura del nido che è stato sezionato.












OPERAIE
che nelle prime settimane di vita sono meno di 10, possono raggiungere i 1000 esemplari e più in estate inoltrata. il loro compito è di pulire il nido, amplificarlo, accudire le larve, portare sostanze nutritive ed acqua, e difendere il nido e la regina.


MASCHI
sono più piccoli delle operaie e della regina, sono caratterizzati da corpo più esile per via un segmento in più addominale, occhi verdi-giallastri e la punta delle loro antenne finisce con un riccio. compaiono solo in estate inoltrata per fecondare le nuove regine che andranno in letargo per continuare la specie (per approfondire vedi "la vita dei calabroni")

LA VITA DEI CALABRONI
durante la fine dell'estate, ogni nido di calabroni produce maschi e regine che formano sciami per il volo nuziale. le regine si accoppiano con i rispettivi maschi che dopo l'accoppiamento muoiono. le regine fecondate si cercano un posto sotto terra o nel legno, in cui andare in ibernazione, ovvero fermare quasi completamente le attività vitali o ridurle al minimo per superare l'inverno. la primavera successiva, le regine sopravvissute iniziano a costruire un nido cartaceo masticando corteccia o carta con la loro saliva. una volta preparate le prime celle, la regina comincia a deporre le uova. alcune regine si impossessano di altri nidi già iniziati scacciando le regine residenti. una volta nate le prime operaie, il nido si amplifica con l'aggiunta di nuove celle, e alcune operaie iniziano la costruzione di un tettuccio cartaceo che copre il nido. dapprima ci sono solo 5 o 6 operaie, per poi diventare 10, 20, 40 fino a diventare alcune migliaia. il nido a questo punto si sviluppa a forma arrotondata al cui interno si espandono i nidi in verticale. la prima generazione di calabroni produce operaie sterili, mentre in tarda estate o verso settembre, la seconda generazione darà vita a maschi e nuove regine vergini che non parteciperanno alla manutenzione del nido. con l'arrivo dell'autunno, la regina principale muore di vecchiaia, le operaie muoiono di freddo e i meschi e le regine vergini si accoppiano nello sciame nuziale riavviando il ciclo vitale.
nella foto vediamo un nido completo di calabroni.


















CURIOSITA'
*in alcune regioni italiane, il calabrone viene onosciuto con il nome volgare di "ammazzacavalli" ritenendo che la puntura di un certo numero di questi insetti, sia sufficente ad uccidere un cavallo.
solitamente ne bastano 7 o 10 per uccidere un cavallo, mentre 3-5 per uccidere un uomo.
un bambino può morire anche con una sola puntura da parte di una regina infuriata.
*i calabroni, come le vespe e le vespule, non hanno una vera e propria regina, ma una femmina fondatrice del nido, conosciuta come regina, ma altro non è che un normalissimo calabrone con la differenza di essere l'unico individuo fertile e quindi il più grande.
*i nidi dei calabroni possono avere dimenzioni modeste come quelle di una pallina da ping pong, o dimenzioni maggiori come un pallone da calcio, o ancora, sufficenti per ricoprire un'intera finestra.
il piu grande nido conosciuto di vespa crabro, risale al 2004 ed è grande come un ombrello.
*in nuova zelanda, i nidi dei vespidi sono perenni, ovvero sono abitati per più anni consecutivi, di fati i nidi dei calabroni e delle vespe sociali, raggiunge dimenzioni esagerate.

venerdì 3 settembre 2010

oggi è il turno delle...
api!
IL MONDO DELLE API: CONOSCERE, COMPRENDERE E SAPERE LA NATURA DI QUESTO FAVOLOSO ED ESSENZIALE INSETTO
le api sono immenotteri che hanno un'evoluzione millenaria dietro, da 27 milioni di anni, infatti, l'ape lavora sul nostro pianeta e mantiene saldo l'ecoistema, è una delle più utili macchine della natura e la sua organizzazione sociale è perfetta. nessuno però sa quanto realmente sia importante l'apis mellifera, una specie di ape molto popolare per la sua produzione di miele, ma da essa dipende l'intero ecosistema, le api infatti impollinano i fiori da cui nascono i frutti che nutrono l'uomo e gli animali, i frutti sono importantissimi per la vita dell'uomo e di numerosi mammiferi ed uccelli.











CONOSCIAMO MEGLIO QUESTO INSETTO
l'ape domestica (apis mellifera ssp.) fa parte della famiglia degli apidi (aphydae) e dell'ordine degli immenotteri (hymenoptera), a cui fanno parte anche il calabrone, la vespa, il bombo, la formica, le vespe solitarie ecc..
l'uomo da sempre alleva le api a scopo di lucro per trarne numerose sostanze come il miele (celeberrimo dolcificante e ottimo per le sue proprietà balsamiche), propoli (fissante), pappa reale (curativa), cera (per fabbricare candele ecc..). gli alveari in cui l'uomo le alleva si chiamano arnie e sono composte da due parti: melario, la parte più picola posta al di sopra, e nido, la parte più profonda posta al di sotto, nel nido la regina depone le uova e provvede ad ampliare la colonia, mentre nel melario le api bottinatrici fabricano il miele che è il cibo della colonia, e la pappa reale, che è il cibo delle larve neonate e della regina. l'apicoltore (dal latino apis=ape, ctoltos=allevatore), prende solo la metà del miele prodotto dalle api perchè il resto serve al sostentamento della colonia. la regina viene "intrappolata" nella parte nido perchè altrimenti deporrebbe le uova nel melario ed il miele sarebbe pieno di larve, viene bloccata con una rete chiamata escludi-regina che fa passare le api operaie ma non fa pasare la regina che è palesemente più grossa delle altre; allo stato selvatico, i due settori sono mischiati e la regina ha libero accesso a tutti gli angoli dell'alveare. contrariamente come si dice, le api pungono solo se disturbate o minacciate, e sono più docili ed addomesticabili delle vespe e dei calabroni.

L'ALVEARE, LE SUE CASTE ED IL SUO FUNZIONAMENTO
gli abitnti dell'alveare vngono rigidamente sottoposti a delle caste da rispettare, nessun'ape può violare il suo compito e nessuna lo fa mai.
i membri dell'alveare sono i seguenti:
LA REGINA
che ha il compito di deporre le uova, ce ne è una sola per ogni nido e non esce mai fuori dall'alveare a parte per la sciamatura che avviene ogni primavera.
il suo addome è grosso e marrone ambrato, e le sue zampe sono prive di arpioni con i quali le altre api si arrampicano e camminano in terreni accidentati. le ali sono relativamente corte e dopo la fecondazione l'addome si riempie di uova e si allunga. può vivere 5 anni.
questa è un'ape regina:














APE OPERAIA
in ogni alveare ce ne sono dalle 30 alle 70.000 ed hanno gli scopi più vari. rappresentano lo sciame e la maggiornaza degli individui di un'alveare, ne nascono 11.000 al giorno in ogni alveare sano. appena nata un'ape operaia svolge il ruolo di tolettatrice e pulisce le cellette, dopodichè si concentra sull'allevamento delle larve della regina, quando è matura, inizia a fare la ventilatrice, ovvero a ventilare l'alveare sbattendo ripetutamente le ali sul posto per rinnovare l'aria. il suo ultimo lavoro è quello di bottinatrice, va cioè di fiore in fiore per raccoglierne il nettare per trasformarlo in miele, e così facendo si sporca di polline che porta di fiore in fiore iducendo così l'impollinazione. la sua morte avvine in genere per troppo lavoro e le api in genere sfiniscono nel lavoro. nella foto si vede un'ape operaia della sottospecie apis mellifera ligustica. gli esemplari che nascono in primavera ed estate vivono poche settimane, perchè c'è il ricambio continuo di operaie e la loro vita è breve per non sovrappopolare l'alveare, mentre le operaie che nascono in fine estate-inizio autunno, generalmente vivono 6 mesi perchè la regina smette di produrre uova e devono svernare nella primavera successiva.













FUCO O PECCHIONE
ce ne sono 100 per ogni 30.000 api operaie e rappresenteno la parte maschile della colonia, si differenziano per il colore più scuro, gli occhi più gossi, le ali più sviluppate ed il corpo più grande, la loro vita dura pochi giorni perchè servono solo alla riproduzione ed una volta svolto il loro ruolo vengono abbandonati, e non sapendo nutrirsi da soli, muoiono di fame.
compaiono solitamente solo nella stagione della riproduzione.














VITA SOCIALE
l'alveare:
SVILUPPO DELLA PROLE
dopo che l'uovo è stato deposto dalla regina, l'uovo si schiude e per i prossimi 4 giorni mangerà solamente pappa reale fornitagli dalle operaie, la lsarvetta si sviluppa nelle cellette esagonali del nido. dopo questi 4 giorni, la larva si accresce e viene nutrita con miele e non con pappa reale, solo le larve che devono diventare future regine, saranno nutrite con pappa reale fino al completo sviluppo. dopo 9 giorni, la larva divent una pupa, ovvero un, adulto non capace di muoversi con ali non sviluppate e corpo abbozzato. alla fine, dopo cica una settimana, emerge l'ape adulta che rompe il tappo di cera che le altre api hanno formato su di essa per farla impupare. nella foto vediamo alcune pupe di maschio nelle rispettive celle in sezione.













CELLA REALE
la cella reale è una speciale cella in cui si allevano le larve che dovranno diventare regine. è a forma di piccola proboscide arcuata verso sotto che spesso viene costruita ai lati dell'alveare. di norma ce ne sono più di una, ma quando la prima regina è adulta, richiama le altre ad un combattimento nel quale uccide tutte le altre e prende il dominio dell'alveare. quando l'alveare è troppo numeroso, o lo spazio è troppo stretto, si impedisce alla nuova regina di uccidere le sorelle in modo che dopo la fecondazione, ogni regina si prenda una parte della colonia e vada a sciamare da un'altra parte. per approfondire vedi la voce sotto "sciamatura".
nella foto, si vede una cella reale opercolata circondata da alcune operaie che se ne prendono cura. da uqella cella uscirà una regina vergine pronta per iniziare una nuova famiglia. la superficie odulata e rugosa della cella reale permette alle api di risparmiare ceraper la costruzione di cellette comuni.


















SCIAMATURA
la sciamatura è quel fenomeno naturale che avviene in ogni alveare quando si presenta una delle due condizioni:
la prima è quando le api sono molto numerose, quindi nel nido nascono delle nuove reigine, in genere la prima a nascere uccide tutte le altre, la regina vecchia prende metà del suo alveare e sciama via per cercarsi un nuovo luogo dove fare il nido, e quella nuova, dopo essere stata fecondata dai fuchi nel volo nuziale, comincia a prendere il dominio delle restanti api.
il secondo caso di sciamatura si ha quando la colonia è davvero troppo numerosa, allora le api operaie iniziano a tenere lontane le nuove regine fra loro per non farle uccidere a vicenda, più l'alveare è popolato, più regine si fanno sopavvivere. quindi avviene il volo nuziale nel quale l'intero alveare si alza in volo, le regine si accoppiano con i fuchi e si raggruppano 10-20.00 api per regina e sciamano in altri luoghi formando altre colonie di api. la vecchia regina non ha bisongo di essere fecondata una seconda volta e non partecipa al volo nuziale. la regina piu anziana sciama con un numero molto maggiore di api rispetto alle altre regine da poco accoppiatesi, semplicemente perchè è già fecondata e con molta esperienza, quindi non deve compiere il volo nuziale che la potrebbe anche portare alla morte per predatori. nella foto si intravede in mezzo alle operaie, una ape regina vergine riconoscibile dall'addome più piccolo e dal carattere vivace che tende a saltellare sopra le celeltte e anche sulle operaie stesse.
lo sciame si dirige non molto lontano dall'alveare madre appollaiato sul ramo di un albero finchè alcune api esploratrici/segnalatrici non trovano un tronco cavo, una cavità o una pendenza per costruire il nuovo nido. lo sciame quindi si alza in volo e vola compattamente verso la zona prescelta per costruire i primi favi di un nuovo alveare. prima che ciò accada, l'apicoltore ha da 2 ore a 2 giorni di tempo per recuperare lo sciamee allevarlo in una nuova arnia. in caso di una regina anziana, le api saranno più docili poichè la regina conosce già l'apicoltore e l'allevamento. comunque sia, per ecuperare uno sciame, non bisogna mai usare l'affumicatore che ne ucciderebbe i 2/5 anche perchè per sciamare, le api raggolgono una enorme quantità di miele come scorta per il viaggio, ma essendo piene di miele nel loro intestino, sono impossibilitate a contrarre il pungiglione. nella foto, uno sciame di api appena posato: la regina si è posata sul ramo e le operaie la seguono a ruota.















SOTTOSPECIE
le sottospecie di apis mellifera sono in totale 34, (senza contare gli ibridi) e sono raggruppate per zone di abitazione.
*zona europea:
apis mellifera ligustica o Ape italiana. È una razza molto comune e distribuita in tutti i continenti per l'azione dell'uomo. La sua area di distribuzione naturale comprende la penisola Italiana ad esclusione della Sicilia.
apis mellifera carnica o Ape carnica. La sua area di distribuzione naturale è l'area danubiana. In Italia è presente nelle zone di confine con la Slovenia e l'Austria spesso in ibridazioni con l'ape ligustica.
apis mellifera mellifera o Ape nera europea. La sua area di distribuzione comprende la maggior parte del nord Europa, Francia, Germania, Danimarca, Svezia, ecc. È la razza o sottospecie con cui venne inizialmente popolato il continente americano e per tale motivo in Sudamerica venne denominata "Ape creola". In Italia è presente nelle zone di confine con la Francia spesso in ibridazioni con l'ape ligustica.
apis mellifera sicula o Ape siciliana. La sua area di distribuzione naturale è la provincia di Trapani.
apis mellifera caucasica o Ape caucasica. Diffusa sulle montagne del Caucaso.
apis mellifera iberica o Ape spagnola. La sua area di diffusione naturale è la penisola Iberica.
apis mellifera cypria Presente nella sola isola di Cipro.
apis mellifera cercopia o Ape Greca del Sud. Presente nella Grecia sudorientale.
apis mellifera remipes L'areale è compreso tra il Caucaso e il Mar Caspio.
*zonoa africana:
-sottospecie paleartiche:
apis mellifera sahariensis o Ape del Sahara. L'areale comprende le oasi del deserto del Marocco nel nordest del Sahara.
apis mellifera intermissa o Ape del Magreb. L'areale si estende dal Marocco alla Tunisia.
apis mellifera lamarckii o Ape d'Egitto. L'area di distribuzione naturale segue la valle del Nilo tra Egitto e Sudan.
apis mellifera major o Ape del Marocco. È presente sulle montagne del nordest del Marocco. Questa sottospecie potrebbe essere considerata una variante genetica di A. m. intermissa, dalla quale si differenzia pe alcuni particolari anatomici.
-sottospecie afrotropicali:
apis mellifera scutellata La sua area di distribuzione naturale comprende l'africa centrale e dell'ovest. Questa razza venne accidentalmente introdotta in Brasile nel 1956 ed i suoi ibridi con l'ape creola hanno dato origine all'Ape africanizzata.
apis mellifera capensis o Ape del Capo. L'area di distribuzione è il Sudafrica.
apis mellifera adamsonii Si può trovare in Nigeria e Burkina Faso. Citata erroneamente come la sottospecie ibridatasi in Sudamerica originando l'Ape africanizzata.
apis mellifera unicolor madagascar.
apis mellifera litorea kenia.
apis mellifera nubica sudan.
apis mellifera jementica L'areale comprende i territori di S Yemen, Oman, Somalia, Uganda e Sudan.
apis mellifera woyi-giambella etiopia.
apis mellifera bandasii etiopia.
apis mellifera monticola Scoperta sulle montagne africane ad altezze tra i 1500 e i 3000 metri. Monte Elgon, Monte Kilimanjaro, Monte Kenia, Monte Meru. Kenia.
*tipo originario della tranzsizione europa-asia
apis mellifera macedonica o Ape greca del Nord. Il suo areale corrisponde al nordest della Grecia.
apis mellifera anatolica o ape turca, turchia.
apis mellifera meda o ape persiana. la si può trovare in Irak.
apis mellifera adamii o Ape di Creta. L'areale di ditribuzione coincide con l'isola di Creta.
apis mellifera armeniaca o ape armena. è diffusa in medio oriente.
apis mellifera syriaca o ape di siria. medio oriente e palestina.
apis mellifera pomonella Endemica delle montagne del Tian Shan in Asia centrale. È l'ape mellifera con l'areale più a est di tutte le sottospecie.
apis mellifera ruttneri o Ape di Ruttner. La ritroviamo nell'isola di Malta.
-sottospecie meno conosciute:
apis mellifera banatica presente nell'ex iugoslavia.
apis mellifera taurica dati insufficienti
apis mellifera artemisia dati insufficienti
*api ibride:
apis mellifera X buckfast Ibrido prodotto dal famoso padre Adam. Conosciuta come Ape Buckfast o ape di buckfast.
apis mellifera X cordovan Ibrido di A. m. ligustica nota per la sua particolare colorazione.
apis mellifera X midnight Ibrido tra A. m. caucasica e Apis m. carnica.
gli ibridi sono stati creati dall'uomo per affinare qualità di cui altre api non abbondano, tipo la qualità del miele, la formazione di propoli, la quantità di miele o di cera, ecc...
proprio per uno di questi esperimenti per creare una nuova razza evidentemente andato male, nacquero le api assassine: un incrocio tra apis mellifera scutellata ed altre razze europee come l'ape ligustica o l'ape nera.
oggi, l'ape assassina, è diffusa in sud america nelle foreste pluviali e nelle città del centro america.
le razze più popolarmente conosciute ed allevate per l'apicoltura sono l'ape ligustica o ape italiana, l'ape carnica, l'ape nera o ape mellifica, l'ape del caucaso, l'ape siciliana, e l'ape buckfast.

LA VITA ABITUALE DELLE API
un alveare nasce quando in uno già pre esistente, ci sono troppe api, quindi le operaie costriscono alcune celle piu grandi delle altre chiamate celle reali in cui far sviluppare le nuove regine. le larve di ape operaia vengono nutrite con pappa reale per i primi 3-4 giorni e successivamente con miele, mentre le larve destinate a diventare regine, si nutrono di pappa reale per tutto il corso di sviluppo.
la prima regina che sfarfalla dalla sua cella, dopo 2-3 settimane, uccide tutte le altre regine appena nate e compie il volo nuziale, con il quale si alza in volo con i fuchi e le api regine di altri alveari e si mischia in una sorta di nugolo di api riproduttrici. la regina viene fecondata dai fuchi (mediamente 8-10 fuchi) ed immagazzina così lo sperma necessario per fecondarla in tutti gli anni della sua vita (da 2 a 6). allora ritorna nel nido e si ritaglia un piccolo gruppetto di api operaie; la regina anziana, padrona del nido, comincia a sciamare con alcune api, più numerose di quelle della regina nuova poichè avvantaggiate ad avere una regina già fecondata. quindi, la nuova regina assieme alle api operaie affidate ad essa, comincia le sue prime deposizioni. lo sciame di api citato prima, inizia a rendere il volo e ad aggrapparsi su un ramo a pochi metri dall'alveare ora abitato dalla regina piu giovane. alcune api dello sciame, vanno in gruppo alla ricerca di un luogo lontano dall'alveare originale in cui fare il nido, ed una volta trovato, lo comunicano alle altre api che si rialzano in volo e si dirigono verso la nuova postazione. uno sciame può restare provvisorio da poche ore a 2 giorni prima di sciamare verso il nuovo posto per fare il nido. l'apicoltore, in questo lasso di tempo, può recuperare lo sciame per ritrovarsi un nido in più. in caso l'apicoltore non trovasse lo sciame, esso comincierebbe a lavorare per la costruzione del nuovo nido partendo da alcuni favi appiattiti a foglio verticali in cui si immagazzineranno miele e covata. ora seguiamo il ciclo vitale dell'ape operaia singolarmente.
-in una celletta, la regina ha deposto un uovo.
-l'uovo ci impiega 3 giorni a nascere e a diventare larva.
la larva ha l'aspetto di un vermetto bianco piccolissimo che sta arrotolato nella sua cella e mangia di continuo, trattiene tutte le sue feci per non sporcare la sua cella e viene nutrita dalle api operaie adulte. viene nutrita per i primi 3-4 giorni di pappa reale, successivamente solo di miele.
-la larva cresce fino a diventare troppo grande per stare raggomitolata, quindi comincia a svilupparsi orizzontalmente, parallelamente alle mura della cella.
subito dopo, subisce alcune trasformazioni radicali. le operaie adulte sigillano con la cera la sua celeltta, questo tappo di cera si chiama opercolo e protegge la larva in via di maturazione; la larva comincia ad ingombrare tutta la cella, le crescono delle zampette abbozzate, si distinguono occhi, testa, antenne, torace, addome, ali e segmenti addominali. è un'ape adulta solo che le ali e le zampe sono ancora poco formate ed è ancora bianca e molliccia. inizia ad espellere tutti gli escrementi che si era portata dentro dalla nascita, e cambia pelle. questo procedimento è detto muta, e dalla pelle vecchia sguscia un'ape operaia del tutto formata e colorata ormai come un adulto, con il pelo arruffato e bagnato, e l'esoscheletro ancora morbido. a questo punto, dopo 23 giorni, esce dalla celletta perforando l'opercolo e si asciuga all'aria aperta per indurire i suoi tegumenti ed allisciarsi i peli.
la giovane ape si concede un attimo di riposo, nutrita dalle altre operaie più anziane con miele. i primi 3-6 giorni della sua vita, dopo aver pulito la sua cella, si dedica al nutrimento ed alla cura delle sue sorelle ancora larve, dopodichè per una settimana, fa la costruttrice, ovvero costruisce nuove cellette e nuovi favi. in caso di sciamatura, può svolgere il ruolo di segnalatrice, che segnala allo sciame dove costruire il nuovo nido.
la seconda settimana di vita la impiega a difendere la colonia da eventuali attacchi di predatori. le api assassine o africanizzate, svolgono quersto ruolo per più del 40 % della loro vita aulta, di fatti sono più aggressive e difensive non per caso.
le ultime 2 settimane le passa a bottinare, cioè ad andare ingiro di fiore in fiore per prendere polline e nettare da cui si fa il miele, ed acqua per dissetare la colonia. durante gli ultimi giorni, può capitare che l'ape oramai vecchia e degenerata, si dia al saccheggiamento, rubando le scorte degli altri alveai non potendo più bottinare. spesso un'ape operaia muore di sfinimento a 4-5 settimane di vita nel suo ultimo giro di raccolta.
quando un'ape operaia trova una fonte di cibo vasta e buona, effettua una specie di danza sul favo che attira le altre bottinatrici, che seguendo i movimenti ritmici dell'ape danzante, riescono a capire la posizioe, la lontananza e perfino la gustosità della fonte di cibo. la posizione viene indicata con un ballo ad 8 nel cui centro si forma una linea immaginaria che indica irtualmente la posizione del cibo rispetto al sole. per capire la lontananza, l'ape fa vibrare l'addome sempre formando una specie di 8 e indica a seconda delle dimenzioni del luogo che sceglie per comunicare danzando, la lontananza e la prospettiva rispetto al sole. quindi parte con un numero nutrito di bottinatrici tutte dirette allo stesso punto indicato dall'ape in perlustrazione che è sempre precisissima.
se le api operaie però, nascono durante l'autunno, non devono lavorare molto poichè ci sono già le scorte per l'inverno. senza lavorare molto, un ape vive per 6 mesi, alla fine dei quali, la sua regina inizia a deporre di nuovo le uova, oramai è primavera e deve fare spazio alla nuova generazione morendo di vecchiaia.
l'ape regina vive per 2-4 anni, durante i quali depone 1-2 milioni di uova ogni 2 anni al ritmo di 11-20.000 al giorno e più.
l'ape regina normalmente muore di vecchiaia, ma negli alveari più prolifici, può morire di sfinimento dovuto alla continua deposizione delle uova.
fuchi o maschi, compaiono solo in tutta la primavera ed estate, il loro compito è di fecondare le giovani regine in caso di sciamatura e divisione in più colonie. un'ape regina viene mediamente fecondata da 8-10 fuchi che muoiono tutti dopo la copula. infatti per eiaculare lo sperma, il fuco deve compiere una contrazione addominale che lo paralizza, i genitali restano nelladdome della regina per qualche secondo mentre il fuco muore dissanguato dopo 30 secondi di copula. vengono prodotti centinaia se non migliaia di fuchi per alveare. ovvio quindi che non tutti,m anzi la stragrande maggioranza di essi non si accoppierà. ritornano quindi al nido aspettando secode o terze sciamature che verranno più avanti. durante la fine dell'estate, le api operaie non sono numerose, quindi non ci saranno più sciamature (pericolose per via del clima). i fuchi che non si sono accoppiati vengono uccisi dalle operaie perchè la loro lingula è troppo corta per bottinare, non lavorano, sono difficili da spostare, non hanno gli attrezzi per la raccolta di cibo ed il loro corpo non consente loro di lavorare attivamente in generale, perchè predisposti alla riproduzione e a null'altro. l'inverno viene passato solo da una regina e poche migliaia di operaie (20-30.000) per poi raggiungere gli 80.000 in esate quando ci saranno nuovi fuchi e nuove regine predisposte ad accoppiarsi e a sciamare.

PERCHè LE API SONO COSì IMPORTANTI PER L'ECOSISTEMA?
le api impollinando i fiori, uniscono involontariamente il polline di alcuni fiori con l'ovario di altri fiori, quando il poline si insinua nell'ovario di un fiore, innesca una reazione davvero sorprendente secondo la quale l'ovario diventa il frutto, e gli ovuli al suo interno diventano i semi. quado un frutto non viene mangiato e cade il seme per terra, o si semina un seme, nascono nuove piante che riproducono la specie della loro madre, le piante a loro volta sono il cibo per gli animali erbivori quindi di quelli carnivori ed onnivori, tra cui l'uomo. se si spezzasse questa fragile catena, le piante non verrebbero più impollinate, verrebbero a mancare i frutti quindi già conseguenze fatali, non nascono nuove piante, i vegetali si estinguono e con loro tutti gli animali erbivori, poi quelli carnivori ed infine l'uomo. come predisse einstein, dopo che morirà l'ultima ape, all'uomo resterebbero 4 anni di vita. sembra una profezia lontana anni luce dallo stato attuale, perchè le api non mancano, ma c'è una minaccia che le stava per poco facendo scomparire in tutto il mondo: l'associazione bayer infatti ha messo sul mercato un nuovo fertilizzante/pesticida chiamato imidacloprid che avrebbe sterminato quasi la metà delle popolazioni di api europee ed americane rappresentando una forte minaccia per l'intero ecosistema.
nel 2009 però la stessa bayer ha ritirato i pesticidi neonicotinoidi dal mercato, e si nota infatti una lenta ripresa delle api.















ma cosa avviene quando un'ape viene intossicata?
recenti studi hanno sperimentato l'effetto sulle api del pesticida incolpato, i risultati sono sorprendenti: un'ape infetta da questo pesticida perde l'orientamento e muore avvelenata in soli 2 minuti circa, i primi sintomi sono debolezza dell'alveare, diminuimento degli esemplari e mancato sviluppo delle larve, fino ad arrivare alla morte della colonia.
la razza umana ha quindi imparato una lezione molto importante, ma non bisogna non farci caso:
esiste una zona a taiwan in cui le api, per colpa dell'inquinamento, sono scomparse da diversi anni, gli agricoltori eseguono l'impollinazione manuale dei fiori, ma il rischio è sempre presente in quanto l'impollinazione di tutti i fiori esistenti non sarebbe sostenibile dall'uomo e l'ecosistema così come lo conosciamo andrebbe in malora. le api lavorano sul nostro pianeta senza un giorno di sosta da 27 milioni di anni ed è grazie ad esse che la vita si è potuta evolvere come la conosciamo oggi; certo, la natura troverebbe un rimedio alla scomparsa delle api, ma l'uomo saebbe estinto già da tempo...

LEGGENDO QUESTO PICCOLO ARTICOLO SULLE API, SULLA LORO VITA SOCIALE E SULLA LORO IMPORTANZA PER L'ECOSISTEMA, SI SPERA DI AVER SENSIBILIZZATO I LETTORI IN FATTO DI AMBIENTE ED APERTO GLI OCCHI SU UNA REALE MINACCIA CHE PER POCO NON CI PORTAVA ALLA DISTRUZIONE
SPERO ANCHE, CHE LA RAZZA UMANA ABBIA IMPARATO A NON GIOCARE CON LA NATURA ECCESSIAMENTE
SALUTI
ROBERTO RITROVATO.

lunedì 30 agosto 2010

io ed erika, abbiamo avuto un'idea per il blog che consiste nel publicare ogni giorno un post nel quale parleremo di un insetto diverso per post.
oggi, è il turno delle polistes, o vespe cartonaie.
vespe: allevamento, classificazione e nozioni utili
con vespa, si intende in biologia quell'immenottero giallo e nero con il corpo snello famoso per i suoi nidi che a volte vengono fatti in abitazioni o in strutture artificiali.
è bene però fare una netta distinzione tra ape e vespa:
l'ape ha un corpo tozzo a righe ARANCIO E NERE O MARRONI e non gialle e nere, il suo corpo è più corto e largo delle vespe e presenta una lieve peluria, ma non è da confondere con il bombo, simile ad un'ape pelosa e grossa che ha la zona anale bianca.
questa è la vera vespa polistes:









la vespa è un immenottero che appartiene alla famiglia dei vespidae ed all'ordine degli immenotteri (hymenoptera) a cui fa parte anche il calabrone, l'ape, la formica, e la vespa solitaria o vespe muratrici (sphecidae). il ciclo di vita si presenta in 3 fasi:
1: la femmina fondatrice trova un luogo isolato ed inizia a costruire il nido, alcune fondatrici possono impossessarsi del suo nido per non costruirne uno, ma solo la più forte ha l'autorizzazione a deporre le uova, rilasciando un ormone che fa regredire le ovaie di ogni altra regina presente in modo da poter deporre solo lei le uova. quando le prime cellette sono pronte depone le uova ed accudisce lei le prime figlie operaie, aiutata dalle regine schiavizzate se presenti.
2: le operaie contribuiscono all'espanzione del nido ed a tutti i lavori, dalle baby sitter, alle bottinatrici, alle guardie, alle ventilatrici ecc.. e la colonia cresce sotto il dominio della vespa regina fondatrice
3: a fine estate dopo 2-3 mesi di vita del nido, la femmina fondatrice, inizia adi invecchiare e a non produrre piùà l'ormone che controlla la sterilità, allora, iniziano a nascere nuove femmine fertili che combatteranno con la regina per un posto al trono, ma non essendo fecondate, la regina madre rimane sempre tale poichè l'unica feconda. verso l'autunno, la regina finisce lo sperma immagazzinato dagli accoppiamenti dell'anno precedente prima di fondare il nido, dalle sue uova non fecondate, nasceranno quindi dei maschi. è la fine della colonia. la regina di ogni nido intanto muore di vecchiaia o di spossatezza e con l'arrivo dell'autunno le operaie muoiono di freddo lasciando abbandonato il nido che non verrà mai più colonizzato e verrà distrutto dalle intemperie. le femmine fertili ed i maschi di diversi nidi, si accoppieranno, ed i maschi moriranno di freddo, si salveranno solo le femmine fertili che andando in letargo, si seglieranno l'anno successivo per diventare femmine fondatrici proprio come la loro madre.
le femmine non fecondate muoiono.
se c'è un nido di vespe nei paraggi del nostro giardino o abitazione, quindi, abbiate pazienza, non scacciatele se non danno fastidio, tanto durano solo 3 mesi e voi non ci penserete essendo alle vacanze estive..
è bene fare una netta distinzione fra tutte le specie diverse di polistes:
la più comune è la polistes dominula
caratteristiche: gena (guance) prevalentemente di colore giallo; clipeo interamente giallo talvolta con una o due macchie nere mediane; parte ventrale dell'ultimo segmento addominale gialla.
















un'altra vespa molto comune, è la polistes gallicus:
caratteristiche: gena prevalentemente di colore nero, parte dorsale delle antenne prevalentemente chiara.














altre specie sono:
polistes nimpha: gena prevalentemente di colore giallo; parte superiore ed inferiore del clipeo di colore giallo, parte mediana nera; parte ventrale dell'ultimo segmento addominale completamente nera o con una piccola macchia apicale, gli ocelli sono disposti secondo un triangolo isoscele.


polistes biglumis: gena prevalentemente di colore nero; clipeo e parte dorsale delle antenne prevalentemente di colore nero.

polistes associus: molto simile a P. nimpha però la parte ventrale dell'ultimo segmento addominale ha una macchia apicale rossiccia che si estende lateralmente e gli ocelli sono disposti secondo un triangolo equilatero.
ci sarebbero ancora altre specie ma ci interessa elencare solo quelle che ronzano su suolo italiano.
le tre specie di sulcopolistes italiane, invece, sono:
polistes (ex. sulcopolistes) sulcifer
testa grande; fasce gialle delle guance molto sviluppate; parte ventrale dell'ultimo segmento addominale gialla.

polistes (ex. sulcopolistes) atimandibularis:
clipeo giallo con una macchia mediana nera; parte ventrale dell'ultimo segmento addominale completamente nera.

polistes (ex. sulcopolistes) semenowi:
clipeo giallo con una larga macchia mediana nera; parte ventrale dell'ultimo segmento addominale gialla. Questa specie non è presente in Sicilia.
le foto sono assenti poichè non sono state ancora documentate queste specie.
le sulcopolistes sono un gruppo del genere polistes formao da 3 specie principali, più grndi delel polistes comuni e parassitizzando i nidi delle polistes.
sulcopolistes è un nome che è stato poi corretto poichè i solchi sul clipeo che caratterizzerebbero queste tre specie, sono n realtà assenti ed il nome si è cambiato in normali polistes.
quindi sono note alla scienza come polistes (ex. sulcopolistes) che parasitano i nidi di altre polistes.
all'inizio dell'estate, una femmina di sulcopolistes si risveglia dal letargo invernale, e va in cerca di un nido di polistes. (le più mirate sono polistes gallicus e dominula) appena individuato un nido debole, sottomette la sua regina e ne prende il dominio.
costringerà le vespe ospiti ad allevare la sua covata e le sue uova, mangiando o uccidendo quelle della ex. regina del nido. dalla covata di sulcopolistes, usciranno solo sulcopolistes femmine fertili e maschi, senza operaie. di fatti utilizza e operaie delle polistes ospiti per allevare al seconda generazione.


dizionario dei termini:
CLIPEO:
Sezione della faccia sopra l'apparato boccale.
GENA:
Parte della testa sotto e dietro gli occhi (guancia).
OCELLI:
occhi semplici.

COME SI ALLEVANO LE VESPE?
molti appassionati di entomologia, si divertono ad allevare le polistes in casa, è una cosa abbastanza semplice e gratificante molto istruttiva per i bambini e divertente da osservare tutte quelle vespe indaffarate nei loro lavori consueti.
tutto ciò che ci serve sono: una vaschetta per i pesci rossi, 6 quadratini di cartone, due legnetti spessi, dei rimasugli di carta non colorata o cartone strappato e due tappi di bottiglia di ferro.
prendiamo tre quadrati di cartone ed incolliamoli nella vaschetta in modo che le punte degli angoli dei quadratini convergano in un angolo, capovolgiamo la vaschetta e sul coperchio ci mettiamo alcuni legni, carta strappata o pezzi di cartone, utili alle vespe per fare il nido, prendiamo i due tappi e ci mettiamo ad uno dell'acqua per abbeverare le vespe, e nell'altro del miele per le vespe stesse. chiudiamo il tutto con il coperchio verso sotto ed ora non ci resta che catturare il nostro vespaio, muniti di occhialini protetivi o di indumenti idonei ed un retino per farfalle, catturiamo un nido di vespe con tanto di vespe stesse, avendo cura di non toccare la regina e le larve nelle cellette, facendo molta attenzione scrolliamo il favo dalle vespe che lasceremo nel retino, e lo attacchiamo con un fissante non tossico ai cubetti di cartone, quindi inseriamo le vespe in un barattolo di vetro e mettiamole nella vaschetta liberandole con molta cautela dopo che si saranno calmate.
se non si è sicuri di voler fornire del cibo alle vespe, si può sempre intagliare un buco sulla vaschetta e posizionarla all'esterno per fare in modo che le vespe vadano in natura a prendere il loro cibo e ciò per cui hanno bisogno.
ricordate che le vespe sono nostre amiche perchè uccidono i bruchi infestanti che danneggiano molte colture e sono anche degli indicatori ambientali ed hanno un loro scopo nell'ecosistema, quindi quando incontrate un nido di vespe, lasciatelo li dov'è ed al massimo dategli un'occhiata,senza però avvicinarsi troppo. teniamo conto che le vespe sono animali che vanno trattati come tali, e che se non ci danno fastidio, è meglio non tocarle anche perchè contrariamente a come si pensa, le vespe attaccano solo se disturbate solo che la gente non se ne rende conto, le disturba per sbaglio o senza saperlo e gli viene in mente la cativa reputazione secondo la quale una vespa pungerebbe senza motivo, altro fattore scatenante è la presenza nei cosmetici di sostanze che imitano l'ormone di attacco delle vespe facendo credere loro che a lanciare il pericolo sia stata una vespa che aggrediva un predatore.
in tarda estate, vi coniene liberare le vespe aprendo la vaschetta in modo che maschi e femmine fertili, vadano a continuare la specie.
l'anno successivo, avreta già la vaschetta pronta e dovrete solamente catturar una vespa regina assieme al suo grappoletto di celle, il suo nido lo incollate al nido dello scorso anno, e liberate la regina che subito inizia a pulire le celle del nido estraneo e a deporvi le uova all' interno.
la colonia crescerà molto sana e forte.